mercoledì 29 febbraio 2012

PATERNO’ COME PALERMO, MAI COL PDL. INTERVISTA ESCLUSIVA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE RAFFAELE LOMBARDO



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Politica - Politica Notizie
Scritto da ADOMEX   
Mercoledì 29 Febbraio 2012 23:29
Un mercoledì abbastanza dinamico, mille voci si rincorrono su una candidatura a sorpresa che scompaginerebbe il voto, le scelte, le alleanze: l’avv. Turi Asero sarebbe il candidato della “grosse koalition” che vedrebbe il PdL e il Mpa alleate con il corollario delle liste civiche della galassia dell’uno e dell’altro partito. Ce lo annuncia stamattina l’assessore azzurro Daniele Venora, braccio destro di Torrisi, “una pacificazione politica finalmente - ci afferma- così potremmo amministrare bene la città e farla uscire dalla palude. Lo Presti si ritirerebbe”. O farebbe il vice sindaco aggiungiamo noi.
Gli risponde a distanza il Segretario provinciale vicario Gianfranco Romano: “Il PdL è per le primarie, dobbiamo stabilire solamente la data della consultazione. La candidatura Asero non ci convince molto”. Capiamo, anche se non ce lo dice, che per questa frangia di larussiani, questa candidatura potrebbe essere un ennesimo altro cavallo di troia di Torrisi, il quale ha posto più di un veto sulla candidatura Panebianco a loro benviso, ma come si sa … fratelli coltelli. Ma Lo Presti non si presenterebbe alle primarie, “non importa noi andiamo avanti lo stesso per come stabilito” conclude Romano.
A spezzare ogni indugio, in serata,  è il Presidente della Regione Raffaele Lombardo che ci raggiunge al telefono per chiarire ogni dubbio che potrebbe insorgere da questo contesto,  ed è estremamente chiaro.
“Ho parlato con Asero, che è venuto da me, lo ritengo una persona perbene e stimabile, potrebbe essere certamente un nome da spendere nella città e per la città – ci dice Lombardo- ma chiaramente io non scelgo e non decido, questo compito spetta alla dirigenza locale, posso suggerire, consigliare, dire come la penso. Giovedì pomeriggio vedrò i rappresentanti delle liste dell’Autonomia di Paternò e sceglieremo insieme il nome da proporre ad una assemblea cittadina di militanti e simpatizzanti, aperta alla città, dalla quale emergerà il nome del candidato sindaco da presentare ai cittadini”.
“Una cosa è assolutamente certa, nessuna alleanza col Popolo della Libertà, non per principio né per risentimenti personali – continua il Presidente della Regione- i motivi che ci dividono sono tanti, sono politici e sono di stile nell’amministrazione. Per Palermo ho affermato che Cammarata è stata la calamità più grande per la città. Ci ha anche defenestrato i nostri assessori. Come potremmo sostenerlo, significherebbe smentire le tante battaglie politiche fatte, le contrapposizioni ideali. Sarebbe come avallare le scelleratezze compiute da quella amministrazione. Noi non ci siamo stati e non ci stiamo. Failla è come Cammarata, ha affossato Paternò, anche lui ha buttato fuori dalla giunta i nostri assessori, e sapete perché? In piena emergenza rifiuti alle sette del mattino sono venuto personalmente in soccorso della città di Paternò accompagnato dai dirigenti della Protezione Civile, impegnandomi con i lavoratori per il pagamento delle spettanze a loro dovute e questi hanno ripreso il servizio ripulendo la città. Mi accompagnava l’allora assessore Rau, il quale è stato dimesso dal Sindaco Failla, avendo Rau fatto peccato di lesa maestà nei suoi confronti, per non averlo avvisato del mio arrivo, che non sapeva nessun altro oltre lui. Non volevo dare spettacolo, il mio era solo un passaggio di servizio alla comunità, volevo solo risolvere il problema rifiuti e l’ho risolto. E’ inverosimile. Anzicché ringraziarmi per l’intervento, Failla fa le ritorsioni contro i miei amici. Ma vi è di più. Non toglie tutti gli assessori ascrivibili al MpA, ne fa restare solo uno che convince (assieme a Torrisi ndr) a cambiare casacca per farlo rimanere in giunta e lui subisce il dolce ricatto e resta. I risultati di quest’amministrazione sono visibili a tutti, un fallimento politico-amministrativo. Ma poi come potrei allearmi col PdL se questi propongono la sfiducia verso il Presidente della Regione all’ARS? Come potrei coalizzarmi con questi se al congresso provinciale di sabato scorso c’è stata una sagra di insulti, attacchi, offese,  nei confronti del MpA? Ecco perché anche a Paternò, come a Palermo, non vi sono le condizioni per stare insieme con questi qua”. Come andare a letto col nemico diciamo noi.

domenica 26 febbraio 2012

PSEUDO CONGRESSO DEL PDL CATANESE. Paternò rimbomba.



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Politica - Politica Notizie
Scritto da ADOMEX   
Domenica 26 Febbraio 2012 13:04
nella foto Firrarello
Non si può certamente chiamare primo in quanto non il congresso, quello vero, non si è celebrato. Si è assistito alla solita messinscena dalla parvenza democratica, ad una coreografia dove a ballare sono sempre i soliti noti che stabiliscono ruoli e dirigenti. Uno pseudo congresso del Popolo della Libertà catanese. Si potrebbero evitare tali pagliacciate, quando tutto è stato già programmato da tempo e il risultato previsto, non bisogna ancora ulteriormente frustare la buona fede di chi li segue ancora illusi dalla democratizzazione del movimento di plastica che ancora oggi ha un solo padrone e a cascata tanti satrapi che certamente non godono di libertà assoluta ma imperversano nel territorio a loro assegnato, grande o piccolo che sia.
E’ stato un non congresso, nel senso che forse sarebbe stato meglio non farlo” così come ha scritto un nostro amico giornalista. Invece noi non siamo d’accordo su questa affermazione. E’ bene farle queste manifestazioni fantastiche, utopistiche, irreali, proprio per sottolineare che tra le parole ed i fatti ne corre. Sempre a scapito dell’autenticità delle dichiarazioni d’intendi. Si attesta una cosa per mascherarne altra.
Altri esempi di "mascariamento" della realtà, molto più infimi però rispetto a questa grande rappresentazione scenica maestosa, sono quelli di alcuni buontemponi che rifilano al popolo di Paternò una allegorica ed irreale verità, contrabbandando il movimento civico “La Città” come apartitico, a confessionale, trasversale, rappresentante della società civile, quando poi gli stessi promotori sono nominati nel Coordinamento Provinciale del partito di Firrarello (questo il responso del congresso). Sono, per esempio, Daniele Venora e Paolo Di Caro (classe 1985, da non confondere con l’omonimo 39enne ex di AN). Ci dicano, una volta per tutte, se sono contro le logiche di partito solo nel territorio di Paternò e di contro fuori dalle mura cittadine rientrano per incanto al seguito di Torrisi esponenti di questo PdL.  E come si pone Vittorio Lo Presti entrato in questo tritacarne politico, “La Città”? Ne è cosciente oppure si è trovato inconsapevolmente in ballo... ingenuamente?  La verità l’abbiamo scritta qualche settimana fa: IL MOVIMENTO LA CITTA’ E’ UN GRANDE BLUFF !!!  Una forma metaforica di un PdL cittadino inviso e litigioso, per attrarre inconsapevoli consensi che altrimenti non arriverebbero. E il loro candidato sindaco non è altro che una imposizione, peraltro annunciata, del deputato Torrisi.
Adesso chi si vuole accomodare  si accomodi, in questa palestra di democrazia che è questo centrodestra nostrano ove si negano perfino le primarie, richieste da più voci, al fine di fare prescrivere a tutti, dal satrapo locale, i candidati sindaci che gli sono più congeniali.
“Avere sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non avere mai dubbi: non sono forse queste le grandi qualità con le quali la stoltezza governa il mondo?” (William Makepeace Thackeray)

domenica 19 febbraio 2012

PATERNO’ : LA TROUPE DE LA COMEDIE - FRANCAISE



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Politica - Politica Notizie
Scritto da ADOMEX   www.qtsicilia.it
Domenica 19 Febbraio 2012 08:38
Siamo giunti ai livelli più alti dell’arte teatrale. Come a Parigi, che nel 1680 fu fondata la Comédie-Française, anchenella ahimè tristissima Paternòha preso corpo questa iniziativa. E come per quella francese anche quiquesto è il solo teatro che disponga di una compagnia permanente di attoriLa Troupes, interamente pagata dallo Stato. Ma qui purtroppo non c’è Molière, c’è chi sappiamo (sic), e la qualità si deprezza da sola.
Premesso ciò veniamo alla cronaca. Mentre le primarie sono la regola dettata da Alfano e Castiglione, a Paternò non sono messe in atto. Le chiede Panebianco, probabilmente in ritardo. Ieri è “uscito” Lo Presti con tempestività da cronoprogramma !
Per aderire con serietà ad un ragionamento bisognerebbe in primo luogo stabilire se Lo Presti sia il candidato del PdL oppure un membro de “La Troupe”, pagata dallo stato, infatti è ancora Presidente dell’acquedotto cittadino dopo essere stato assessore di Failla in quota PdL, e che adesso, in costanza di pubblico incarico, si colloca come esterno al PdL e guarda caso il partito si sottrae ad un dovere democratico, come forza largamente maggioritaria nella città, la prerogativa di candidarne uno proprio, per appoggiare proprio lui. O di contro che essendo Lo Presti il candidato del deputato firrarelliano Torrisi, che non vuole cedere la leadership politica locale nei confronti del potente Ignazio e conseguentemente riprendersi in esclusiva il feudo paternese, dopo decenni di predominio familiare ed ereditare quella dello zio Nino Lombardo, presente peraltro alla manifestazione di presentazione, sponsorizzi l’unica figura positiva che ha a disposizione per realizzare tale proposito, avendo la percezione dell’avversione popolare personale per l’inedia egoistica consumata in questi anni. Un’autentica manovra di restaurazione dal sapore antistorico vetero-democristiana deleteria, per far risorgere il passato e i propri fantasmi.
Non abbiamo veramente nulla da obiettare nei confronti di Vittorio Lo Presti come persona, né sulle proprie capacità di amministratore pubblico, della forza morale che possa esprimere in una città, Paternò, talmente devastata da farci pensare che nemmeno un miracolo possa salvarla. Eppure (bere o affogare?) recita la parte dell’apprendista stregone, nella troupe della comedie francaise al servizio del satrapo pidiellino Torrisi autore della ripartenza di Paternò, come illustrato nelle passate campagne elettorali, ma in retromarcia, per far risorgere gli zombie.
Le presenze notate nella manifestazione di presentazione della candidatura di Lo Presti ci confermano i sospetti della vigilia, cioè che non sia una candidatura caratterizzata da società civile. Simulata con questa caratteristica per raccogliere anche elementi, in buona fede o per poltrone, dell’elettorato che certamente di destra non ha nulla e che negli anni del recente passato è stato palesemente e militarmente contro la candidatura Failla e contro il centrodestra, intruppata adesso come se quest’operazione sia contro le imposizioni di La Russa sulla città.  Ma di questo avremmo modo di parlarne in seguito anche con lo stesso candidato sindaco al quale dovremmo dare voce per serietà etica.
E Panebianco si candida o non si candida? Vuole le primarie, che a La Russa non dispiacerebbero. Adesso ci sembra tuttavia troppo tardi una volta che Vittorio Lo Presti si è presentato a sindaco per la città attorniato da pidiellini importanti quali oltreché Torrisi anche D’Asero, deputato regionale e Papale sindaco di Belpasso e prossimo candidato a sala d’Ercole.
Ma cosa sono le primarie e a cosa servirebbero? D’Asero ci dice che “passando il PdL una fase intermedia tra il movimento di plastica berlusconiano e la formazione partitica viviamo un periodo di confusione. Bisognerebbe ritornare ai valori e tra la gente. Delle primarie -continua D’Asero-  condivido l’idea della scelta della base. Ma chi dovrebbe votare, il popolo delle tessere? Non ci sono regole e non possono essere un’occasione per strumentalizzare le candidature”. Ancor più confuso sul “nuovo” partito è Filippo Drago, sindaco di Acicastello: “Mi sembrava che col tesseramento e i propositi dei congressi si fosse addivenuti ad una fase di democratizzazione delle scelte. Così non è. Ci impongono sia i dirigenti locali che le candidature, che noi sosteniamo, si badi bene, per spirito di appartenenza. Noi continueremo, però, la nostra battaglia per le scelte della base”. E su Paternò continua: “Leggo ogni giorno sulla stampa una diversa formula per la scelta del candidato sindaco, una vera devastazione interna. Il giorno prima le primarie, il giorno dopo il televoto come a San Remo, ma alla fine ha scelto Torrisi, o non è così?”.
Uno scenario desolante, tutti contestano Torrisi, tutti hanno mal di pancia ma alla fine questi tutti si accodano, salvo poi dissentire nella sede legittima, all’interno della cabina elettorale.
Non vi sono eroi, nemmeno Salvo Panebianco, che non compie lo straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di se stesso, allo scopo di proteggere il bene comune,  il quale sa peraltro che perde solo se non si candida relegandosi in una posizione di non ritorno. “Mi ritirerò dalla politica –ci dice- di certo non me lo ha lasciato mio padre questo compito….come qualcuno. Io una professione ce l’ho. Voglio che si facciano le primarie, deve scegliere la base. Se perdo mi ritiro. Se non si fanno potrei candidarmi lo stesso”. Potrei ma non mi candido, diremmo noi.
Assente come il convitato di pietra il Movimento di Lombardo. Sta a guardare e prepara le liste. Tatticismo rispetto alla scelta del sindaco, forse troppo. E mentre Naso studia e si prepara alla candidatura, alcuni propongono una candidatura nuova che provenga autenticamente dalla società civile, una scelta rivoluzionaria, che rompa gli schemi soliti e dei soliti noti, che vada in controtendenza al PdL, per smascherare l’opera di restaurazione, per offrire alla città un’alternativa apartitica reale oppure una autenticamente forte ed autorevole.  Ma gli addetti ai lavori lo capirebbero? Probabilmente no. Il tatticismo personalistico e miope prevale sulla strategia complessiva. Non c’è cultura della POLITICA.
Questo il merito del regime dominante in città, quello dei Torrisi, la determinazione che gli altri non hanno. Una visione strategica diversa e sappiamo che in terra caecorum, beato chi ha un occhio e non parliamo certo di Firrarello. Ma del suo braccio destro come afferma qualche testata giornalistica. Ecco perché alla fine impongono le proprie scelte, magari vincendo, ma facendo ancora una volta perdere la città. I paternesi hanno la maturità per capire tutto ciò? Finora non è stato così, ha prevalso la sudditanza. E come sempre reciteranno solo gli attori de la Troupe della Comedie Francaise”… Paternese.

martedì 14 febbraio 2012

PATERNO' : AVANTI IN TRE (O QUATTRO) CHE BEL DIVERTIMENTO



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Politica - Politica Notizie
Scritto da ADOMEX   
Martedì 14 Febbraio 2012 08:11

(nella foto Torrisi vs. La Russa)
<<Noi andiamo avanti coi nostri candidati-ci confessa Pippo Limoli deputato del PdL- l’asse Lombardo-Stancanelli ci spoglia tutti i giorni dei nostri consiglieri. Anche a Paternò abbiamo scelto di proseguire con un nostro candidato a prescindere di cosa faranno La Russa e gli ex AN. A decidere sarà il nostro deputato locale Torrisi che ha scelto Vittorio Lo Presti ed il simbolo del PdL sarà con lui>>.
E si lamenta di questo PdL che strutturato così ingenera solo confusione. << La fusione con questi di AN ci ha portato solo disordine, -continua Limoli- questi “milanesi” si vogliono impadronire della Sicilia. Ho sostenuto questa tesi da tempo, ci dobbiamo liberare >>.
E lo strappo, infatti, avviene proprio a Paternò, città simbolo, la città di La Russa.
Gli ex forzisti le tentano tutte, prima col movimento pseudo-ecumenico  “La Città” una invenzione di Torrisi per sottrarsi al giogo larussiano, che imbarca anche alcuni pezzi della sinistra che non trovano soddisfazione nella candidatura di Mangano. Poi con lo scontro frontale con gli ex aennini, che a dir loro hanno amministrato male la città. Ma lui dov'era?
La Russa tenta la mossa Condorelli, coordinatore cittadino del MpA ma suo cugino, ma questa viene rimandata al mittente da Firrarello & C. : <<Il candidato è Lo Presti>> afferma in una riunione romana con Stancanelli inviato di La Russa ma amico di Lombardo, che avrebbe visto bene quest’ultima proposta. Nulla di fatto però.
Si profila una partita a tre, quindi: Mangano, candidato della sinistra; Lo Presti, quello della destra e dintorni, e quello del MpA che con astuto tatticismo ancora non esce fuori, ma c’è.
Tutto secondo le previsioni? NO !!! Improvvisamente spunta fuori la candidatura di Salvo Panebianco, amico di La Russa, che si candiderebbe anche da solo, trascinandosi dietro gli scontenti di AN, spaccando il centrodestra in contrapposizione a Torrisi e accoliti.
Una scelta coraggiosa, indubbiamente, quella di Panebianco, quasi naturale per la sua posizione all'interno del PdL locale, sa benissimo che non rientra e non rientrerebbe mai e poi mai nei piani degli ex forzisti, anzi diremmo proprio che questi gli sono veramente ostili. Un ragionamento logico, il suo, che vede in quest’equilibrio la frustrazione delle proprie aspirazioni e che come over 40 ritiene questa una delle ultime battaglie da cogliere per rimettere la propria carriera in linea con la politica che conta, se perdesse questa ultima occasione, vada come vada, sarebbe solo un violino di fila, sempre che lo facciano suonare. Questa candidatura lo porterebbe, se i consensi fossero quelli che si prevedono, ad una ribalta nuova e chissà come successivamente potrebbe essere spesa….non c’è solo il PdL, potrebbe anche……ma questa è altra storia.

domenica 5 febbraio 2012

Brevi su Paternò: Stancanelli (La Russa) tratta con Lombardo


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Scritto da FABRIZIO GIANNINO   www.qtsicilia.it
Domenica 05 Febbraio 2012 12:20
Panebianco - Lombardo e Condorelli
Ignazio La Russa e il PdL mettono in campo il mediatore Stancanelli, uomo di La Russa ma amico di Lombardo, per provare a trovare una sintesi su un candidato sindaco condiviso.
Panebianco e Condorelli le due ipotesi messe in campo. Mentre Torrisi non molla per Lo Presti, ma alla fine da buon vetusto democristiano, accetterebbe anche Condorelli, col quale ha parlato a lungo pur rimanendo questi ancora coordinatore locale del MpA. Solo così eviterebbe la candidatura di Panebianco sul quale ha messo un assoluto divieto. Solite menate per non perdere la leadership cittadina.
L’ipotesi di accordo con Lombardo, comunque, rimane lontano. Niente accordi col PdL  su base regionale, sarebbe l’ipotesi più accreditata. In particolare a Paternò dove il Movimento del Governatore ha effettuato una opposizione ferma contro questa classe dirigente che governa da dieci anni.
“I cittadini non capirebbero, -afferma un deputato del  MpA vicino all’Altra Sicilia che segue con attenzione Paternò- daremmo l’impressione, come è, che la politica viaggi su binari diversi rispetto al sentire comune. Questa è una battaglia elettorale simbolo e pertanto il discrimine deve essere il messaggio da consegnare agli elettori. Una scelta di campo pro o contro chi ha governato politicamente per anni la Città. Non è più tempo di giochetti. Bisogna dare alternative al cittadino e il partito che ha governato ha il dovere di presentarsi con le proprie facce al giudizio della gente. Noi, come la sinistra non ci siamo stati e siamo l’alternativa”.